tradimenti
confessione di un amico
di bull79_napoli
07.10.2024 |
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"Da quel giorno capii che era quello il mio ruolo e tutto cambiò tra me e Elena, che ancora oggi ha il suo Amante fisso o meglio dire il suo “Bull” che la usa..."
In questo racconto voglio narrare una storia che non è mia, ma di un amico che si chiama Enea (nome puramente di fantasia), che dopo un certo periodo di silenzio cominciò a cercarmi insistentemente. Saltellando da un aperitivo all'altro, da una cena all'altra, non riuscivo a stare dietro ai suoi messaggi, senza capire che in realtà erano richieste d'aiuto. All'ennesimo invito a bere qualcosa insieme accettai per sfinimento. Enea è uno che ti insegue per fare chiacchierate generiche, aggiornamenti di vita dopo che da una vita non ci si vede, mangiare noccioline e bere birra e divagare finché non ci si saluta. O meglio: solitamente va così, ma non quella volta…. Perché quella volta…. Il racconto di Enea
"Come sai Elena e io viviamo insieme oramai da cinque anni", esordì lui. "Inutile dire che non è più come all'inizio. Sarà successo anche a te: la conosci, parti alla grande, sesso sesso sesso, in macchina, ai giardini, in ascensore, dappertutto. Scopri di pensare solo a lei: diventa un'ossessione così…
"Già la prima sera nella nuova casa dovresti capire che c'è qualcosa che non va: quel letto dove vi state rotolando nudi sembra un talamo nuziale, il campo di gioco per infiniti piaceri, invece è la vostra tomba. Ma il freddo non lo avverti subito: arriva piano piano, giorno dopo giorno. La vedi ingrassare, smagliarsi, appassire; avere il suo corpo nudo davanti a te giorno dopo giorno te la rende sempre più indifferente. Lei rimane bella nel tuo pensiero, ma piano piano non la vuoi più. Solo che non lo sai.
"Così dopo un anno non c'erano più notti di furore sotto le lenzuola, c'erano gli abbracci. Le lingue non guizzavano più, al sesso preferivamo i baci sulla fronte. Cominciai a concentrarmi su altro: gli amici, il lavoro il Napoli la mia squadra del Cuore e i film su Netflix. Poi lei era sempre stata un'ottima compagnia: parlavamo. Per il resto c'era il porno. «Perché non mi scopi più?», chiese lei un giorno. Pensavo di avere raggiunto la pace e glielo dissi. In realtà avevo cominciato a notare dettagli: i peli sulle braccia, le orecchie vagamente a sventola, due gambe che strabordavano sotto le ginocchia quando le accavallava.. Mi chiese di scoparla un paio di volte, la domenica mattina. Feci il mio compitino, venendole in faccia nel tentativo di eccitarmi. Quella fu l'ultima volta. «Hai un'altra?», mi chiedeva insistentemente. La mia risposta era che stavamo bene così, il sesso non era più roba per noi. Ci volevamo bene e stop. «È un'intesa intellettuale», giustificavo così e giuro che arrivai al punto che ci credevo. Io, tra l'altro, un'altra non ce l'avevo, non la volevo nè tantomeno ci pensavo. Io amo Elena. La amo davvero, con tutto il cuore.
Poi… iniziò una nuova fase…
"La prima foto arrivò da un numero anonimo. Due ombre, una di uomo e una di donna, in una stanza in penombra. Lei inginocchiata di fronte a lui. La cancellai dal cellulare additandolo come uno scherzo di cattivo gusto. Poi arrivarono dettagli. Stupidamente, non riconobbi Elena. Pensai di avere a che fare con un qualche stalker, o che avesse sbagliato numero. Tette, cazzi, vibratori, plug anali, qualche altro sex toy che non so neanche come si possa chiamare. Provai a chiamare il mittente, non rispose nemmeno ai miei messaggi. Tre giorni fa è arrivato un video".
Il video porno
Enea mi passa il cellulare e lancia un video. Si vede che è in imbarazzo. È un porno, un porno amatoriale e magnifico, in cui un ragazzo e una ragazza scopano in maniera davvero divina. La ripresa è di discreta qualità, il sesso no. Lei scatenata e sottomessa al tempo stesso, mentre lui - forte, fisico sportivo, super dotato, inarrestabile - la prende in tutti i modi e le posizioni con cui un uomo può soddisfare la sua donna. Il finale è un orgasmo quasi fastidioso per quanto è bello, sudato e simultaneo, dove gli umori si uniscono e diventano un tutt’uno. Ovviamente, la protagonista femminile è Elena; il protagonista, invece, non è Enea. "Ti sei eccitato, guardandolo?", è l'unica domanda che mi riesce di fargli. Il mio amico incassa il colpo. Quasi mi vergogno della mia insensibilità, poi lui ammette che dopo il disgusto iniziale non è più riuscito a staccarsi. Lo guarda più volte al giorno. Si è masturbato più volte. Se lo sogna di notte e si sveglia fradicio di sudore. Sa che gli fa male. Si sfoga e per un po' gli passa. "Cosa devo fare, ora, secondo te?". Ovviamente la risposta può essere solo una: affrontare Elena, oppure togliersela dalla testa per sempre. Lui annuisce. Ci salutiamo.
Per mesi, non l'ho più sentito. Mi ero dimenticato della sua storia quando un giorno mi è arrivata una e-mail.
La lettera di Enea
“Ciao Gianluca,
ho seguito il tuo consiglio. Non sono fuggito. Gliel'ho detto, ad Elena. "Cos'è questo". Lei ha sorriso e io volevo picchiarla forte. Poi mi ha chiesto se mi ero eccitato guardandolo. Mi sono vergognato ma perché mentire? Così le ho detto di sì. Lei mi ha baciato ed è uscita, dicendo di essere in ritardo. Qualche giorno dopo torno a casa. Capisco subito che c'è qualcosa che non va. Sento dei rumori provenire dal soggiorno. Dentro c'erano Elena e quel tipo dei video, l'Amante. Lei era legata ai polsi con il nastro adesivo, le mani erano fissate dietro la schiena. Lui la scopava con violenza, tenendola per i capelli con una mano, mentre con l'altra la sculacciava. Vergogna, è la parola che mi viene in mente. Il motivo per cui non ti ho scritto a lungo. Dovevo fermarli, scappare, arrossire, piangere. Invece ho cominciato a toccarmi, lì davanti a loro. Intanto lui, l'Amante, aveva portato una mano tra i glutei di Elena. A me, devo dirlo? Non si era mai concessa in quel modo. Quando l'Amante si girò, fissandomi, non provai panico. Non ce l'avevo con lui. Era più forte, dominante. Mi fece segno di prendere il suo posto con una creanza che pareva quasi fosse il padrone di casa e io dovessi accomodarmi a tavola. Mi avvicinai, chiusi gli occhi cercando di rievocare l'eccitazione di pochi istanti prima, del tempo passato su quel video. Da quel giorno capii che era quello il mio ruolo e tutto cambiò tra me e Elena, che ancora oggi ha il suo Amante fisso o meglio dire il suo “Bull” che la usa senza chiedermi permesso.
E non mi vergogno. Ora sono sottomesso, ma felice”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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